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Il fantastico mondo dei bambini: il loro modo di sentire.
Sappiate che i bambini, più degli adulti, osservano tutto e quando dico “tutto” non crediate sia un eufemismo.
“I bambini sono come i marinai: dovunque si posano i loro occhi, è l’immenso.” Christian Bobin

I bambini osservano come ci muoviamo, come sorridiamo, gesticoliamo, con quale enfasi lo facciamo. Come camminiamo e dove: se lo facciamo al loro fianco, più avanti, più indietro. Osservano come parliamo, con quale tono, cosa diciamo e dove guardiamo mentre parliamo e questa è solo la parte più “visibile”, diciamo così, accessibile del frutto del loro osservare. I bambini ci “sentono”. Sentono cosa esprimiamo nel nostro camminare: ansia? Pacatezza? Frettolosità? Premura? Allegria? Probabilmente non userebbero queste definizioni, ma la questione resta la stessa. Sentono cosa scorre nei nostri sorrisi, se sono rilassati o meno, cosa scorre nelle nostre parole, quali emozioni esprimiamo e ancor più, quali cerchiamo di trattenere o da quali siamo sovrastati. Per loro possono non avere gli stessi nomi che gli attribuiamo noi, ma quando glielo chiederete, riceverete di certo una risposta sorprendente e pertinente che vi stupirà!

Un giorno per una lezione sull’argomento relativo ai nostri sensi, in particolare l’olfatto, avevo preparato un gioco. Avevo scelto diversi oggetti che avrei messo sotto il naso ai bambini (sette/otto anni) ai quali avevo fatto promettere di tenere gli occhi chiusi. Ho richiesto una promessa di proposito, divertendomi già dall’inizio perchè sapevo che ci sarebbe stato il furbetto sbircione che solo per via del fatto che gli era stato detto di tenere gli occhi chiusi, uno almeno lo avrebbe aperto. E come non resistere alla tentazione di farlo!! Sono comici! Una bella banana matura e profumata, uno stick di colla, una caramella gommosa gigante e un’essenza all’iris che mi ero spalmata sul dorso di una mano. Finito l’esperimento ho aggiunto quanto serviva per concludere l’argomento poi ho chiesto le loro impressioni. Se era stato facile riconoscere gli odori dai profumi, quali sensazioni avevano provato, se c’erano in loro delle immagini di eventi particolari collegate a ciò che avevano odorato. Ricevetti risposte interessantissime compresa quella di Giada che mi disse: “L’ultimo del fiore che non so il nome mi ricorda la pelle della mia mamma quando ero piccola!” Che tenerezza all’affermazione quand’ero piccola, vale a dire l’altro ieri! Com’ero contenta! Talmente tanto che in una frazione di secondo mi balenò il pensiero malinconico del fatto che io non ricordavo che profumo avesse mia mamma quando ero piccola. Ricordavo solo quello recente.

“Bene! Facciamo la merenda e poi proseguiamo!” Esordii.

Arrivò Giada subito, mentre ritiravo il materiale per chiedermi: “Perché sei diventata triste quando ho detto della mia mamma?” Ci lasciano spesso increduli e lo sono stata anche io pur avendo pensato che non si fosse visto quel pensiero e invece eccolo là, sulle labbra di Giada. Le raccontai cosa mi fosse accaduto, di quella malinconia che aveva pure tanta dolcezza grazie a lei.

Questo è un fatto semplice quanto significativo per sapere che i bambini, i nostri figli, ci danno l’opportunità e la forza di prendere in considerazione ciò che sentiamo di noi, ciò che “viene a galla” per essere visto e posto al setaccio di chi siamo, di come e quanto ci riconosciamo. Quanto siamo in sintonia con i momenti che viviamo e come li esprimiamo su tutti i livelli dell’essere, può aiutarci molto per poi noi, aiutare loro. Se per qualsiasi ragione personale o emotiva mi fossi sentita in colpa o in imbarazzo, poniamo il caso, avrei camuffato e negato creando un errato scompenso emotivo che la bambina non avrebbe capito, dubitando di sé e facendosi carico di una situazione che non le apparteneva. Può accadere a tutti di essere distratti in un certo momento, o frettolosi o impensieriti per qualche situazione. Oppure può capitare di ascoltarli distrattamente mentre facciamo altro. Quando sono fatti sporadici, sporadicamente lasciano segni marcati. Diversamente abbiamo tutte le occasioni tra le più prelibate di accorgercene e attivarci in modo più salubre.

Quando siamo sovraccarichi, invece di accelerare i tempi per fare tutto insieme, rallentiamo quel tanto che basta per rimetterci in equilibrio osservando quanto si sta manifestando fuori e dentro di noi e nei nostri figli. Facciamo alcuni respiri profondi per avvisare il nostro corpo, la nostra mente ed il nostro sentire che stiamo vertendo in un’altra direzione. Quel semplice quanto risolutivo ascoltarci, ci condurrà ad un agire centrato, in conformità ad una scelta piuttosto che ad un impulso, ad una sollecitazione. Funzionerà immediatamente? Domanda che non serve nemmeno porsi. Quello che serve è conoscere come funziona un’opzione in più rispetto ad una certa situazione che s’innesca automaticamente. Passo dopo passo, praticandola, attiverà addirittura anticipazione del nostri movimenti emotivi interiori e maggiore leggerezza anche di dialogo per tutti. Strumenti utili: osservare e osservarci, porci in una posizione di ascolto, rallentare il tempo necessario e riorientare la bussola, agire conformemente.

 

 

 

Il fantastico mondo dei bambini: il loro modo di sentire.